lunedì 5 marzo 2018

Nel profondo della foresta...

... di Holly Black.

La scheda del libro sul sito della Mondadori

Lungo un sentiero che si addentrava nella foresta, oltre un ruscello e un tronco cavo brulicante di onischi e termiti, c’era una bara di vetro. Giaceva sulla nuda terra e dentro vi riposava un ragazzo con le corna in testa e delle orecchie affilate come coltelli. Per quel che ne sapeva Hazel Evans, da quello che le avevano detto i suoi genitori, e i genitori dei suoi genitori, il ragazzo era lì da sempre. E per quanto avessero provato, non si era mai più svegliato.
 
Hazel e suo fratello Ben vivono a Fairfold, una cittadina degli Stati Uniti dove il Popolo Fatato convive, non troppo pacificamente, con gli esseri umani. La vita della cittadina ruota intorno alle moltitudini di turisti che vengono a vedere il ragazzo dentro la bara di vetro. Hazel e suo fratello Ben hanno sognato fin da piccoli di poterlo risvegliare, ma ora sono adolescenti e si sono quasi rassegnati al fatto che potrebbe anche non accadere mai.
Finché un giorno, Hazel si sveglia coperta di fango, con le mani tagliuzzate da schegge di vetro; la bara nella foresta è stata infranta e il ragazzo è sparito...
 
Ho sentimenti contrastanti riguardo questo libro.
Sono stata rapita e affascinata dall'incipit, che ha il sapore e il linguaggio di una fiaba un po' inquietante; ho amato l'ambientazione, che ritengo una delle cose più riuscite del romanzo, ma alla fine della lettura non posso dire di essere pienamente soddisfatta.
 
Come detto, il linguaggio del romanzo è quello di una favola nera, un po' magica, un po' inquietante. A tratti però nella narrazione fanno irruzione toni da romance per young adults che mi hanno infastidito non poco, perché, secondo me, spezzavano l'atmosfera incantata che Black era riuscita a creare.
I protagonisti sono due adolescenti che fanno cose straordinarie, come per esempio combattere le creature del popolo fatato quando sconfinano, per così dire, e cercano di fare del male agli esseri umani. Accanto a questo avvincente racconto, però, irrompono le paranoie di Hazel, che ha un'ossessione per i ragazzi, e che passa metà del suo tempo a contare chi ha già baciato e chi no, e chi potrebbe baciare e perché, e quali conseguenze potrebbero avere i suoi flirt e così via. Sì, ok, tutto molto interessante (ma anche no), ma io vorrei sapere del Popolo Fatato. Della bara di cristallo. E del ragazzo con le corna.
Anche Ben non mi ha particolarmente entusiasmato come personaggio, ma ho trovato le sue motivazioni e la sua storia personale decisamente più interessanti di quelle di Hazel.
Se a ciò aggiungiamo che per circa 2/3 del libro il ritmo è molto, molto lento, costellato di flashback sicuramente utili per la comprensione dell'ambientazione e dei personaggi, ma che inevitabilmente rallentano il progredire della trama, potete immaginare perché non mi sia sentita particolarmente esaltata durante la lettura.
 
L'ambientazione, come già accennato, è intrigante e l'ho amata, anche grazie ai dettagli dei flashback che raccontano storie quasi più interessanti della trama stessa (come ad esempio la rielaborazione delle leggende sui changeling, i bambini rapiti dalle fate e sostituiti con appartenenti al Popolo Fatato).
 
Nel finale tutto comincia a succedere con molta velocità, ed il romanzo registra un notevole cambio di ritmo, che però porta, dopo un'eccessiva lentezza, ad un'eccesiva frenesia, secondo me.
Nel complesso il finale à buono, e la trama resta comunque interessante, magari non perfetta ma neanche da buttare via completamente.
 
Voto: 6 e 1/2

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