domenica 4 marzo 2018

Il giardino delle farfalle...

... di Dot Hutchison.

La scheda del libro sul sito della casa editrice Newton & Compton

Maya, ragazza con un misterioso passato, viene interrogata dall'FBI. Insieme ad altre ragazze è stata appena liberata dal Giardino, un luogo all'apparenza bellissimo, verde e lussureggiante, dove però un uomo che si fa chiamare il Giardiniere imprigionava ragazze giovanissime per i suoi desideri perversi. Dopo aver tatuato loro ali di farfalla sulla schiena e dato loro un nuovo nome, cominciava per le ragazze una vita breve e costellata di violenze. Ma gli agenti dell'FBI che interrogano Maya pensano  che stia nascondendo qualcosa, e che il suo lungo racconto sia reticente.
 
Il giardino delle farfalle nasce come un lungo racconto che la giovane Maya fa agli agenti dell'FBI che cercano di saperne di più sul luogo chiamato Giardino e sull'uomo che se ne occupava. Il racconto di Maya è freddo, lucido  e privo di autocommiserazione o di orrore per quello che si è trovata a vivere. Rinchiusa per quasi due anni nel Giardino, Maya, in fuga da qualcosa di oscuro nel suo passato, sembra essere la persona adatta per rivelare i segreti della sua inquietante prigione. E così il lettore viene calato, un poco alla volta, nell'incubo claustrofobico creato dall'autrice.
La narrazione si svolge secondo due punti di vista; il primo è quello di un narratore impersonale in terza persona che ci descrive, con i tempi verbali al presente, le varie fasi dell'interrogatorio di Maya, tanto che al lettore sembra di essere dietro il falso specchio attraverso cui psicologi e analisti dell'FBI osservano le reazioni di Maya.
Il racconto vero e proprio delle sevizie, degli orrori e anche della banalità quotidiana del Giardino viene invece affidato alla voce di Maya, che narra in prima persona, snocciolando quasi senza emotività i tremendi ricordi della sua prigionia.
 
L'impianto sembra funzionare per quasi 100 pagine, ma poi miseramente crolla.
Infatti Il giardino delle farfalle è un thriller che funziona solo a metà; che promette molto ma mantiene poco o nulla. Gli elementi del thriller, come detto, crollano dopo la prima metà del libro, quando il lungo racconto di Maya e della sua prigionia in compagnia di una trentina di altre ragazze, comincia a farsi ripetitivo, lento e noioso: non ci sono novità o avvenimenti sufficienti a tenere alto il ritmo del romanzo, e anche quella inquietante cappa claustrofobica che l'autrice era riuscita a creare si spegne lentamente, soffocata dalla banalità sicuramente, ma anche dell'improbabilità di alcuni dettagli.
Tanto per cominciare, non sono riuscita a capire come sia fisicamente fatto il Giardino. Si tratta di un vero e proprio giardino, con macchie di alberi, una caverna, una cascatella, uno stagno, prati, e un lussuoso appartamento per il Giardiniere, oltre natuaralmente a stanze per trenta e più prigioniere, unite da una serie di corridoi con pareti insonorizzate che possono essere alzate e abbassate a piacere. Ecco, tutto ciò si trova sotto una gigantesca cupola di vetro. Accanto a questa (o forse sotto, non ho capito bene, onestamente) c'è un'altra cupola, un'altra gigantesca serra che contiene un giardino in cui il Giardiniere è solito passeggiare con la sua famiglia. Maya riesce a vederlo mentre passeggia con loro (e notate che tranne il figlio maggiore, gli altri membri non conoscono l'esistenza del Giardino).
Ecco, io mi chiedo come sia possibile. Come possa esistere una struttura tanto gigantesca, come possa non attirare l'attenzione perlomeno dei membri della famiglia, come possa essere che le ragazze non cerchino in ogni minuto di farsi vedere e sentire dalle persone all'esterno, come possa il dispiego di mezzi (viveri, luce, acqua, gas) per mantenere trenta ragazze passare inosservato per decenni... Sì, avete letto bene: il "gioco" del Giardiniere va avanti indisturbato da almeno trent'anni.
So benissimo che ci sono stati casi reali di persone segregate, purtroppo, per decenni, ma si trattava comunque di piccoli gruppi di persone e di solito erano rinchiuse in stanze segrete o scantinati. Di certo, non sotto una scintillante serra extra large.
 
Anche le ragazze e le loro reazioni non hanno un minimo di credibilità. Sanno di essere destinate alla morte, perché il Giardiniere le uccide dopo cinque anni di prigionia, ma sono totalmente soggiogate da lui. E questo mi starebbe pure bene se si capisse come esattamente lui riesca a renderle immediatamente succubi ed estremamente docili persino di fronte alla morte, persino nel momento in cui viene a prelevarle per ucciderle. Ma questo resterà un mistero, forse il più misterioso di tutti. 
 
Anche la ricerca della verità, che da al romanzo un'anima "gialla", di mistery, per così dire, viene tradita, ma questa volta nel finale, dove arriva sì la tanto attesa rivelazione, ma arriva anche la grande delusione, poiché la rivelazione è insoddisfacente e improbabile come tutto il resto. La Grande Rivelazione™, infatti, riguarda uno dei personaggi secondari che più secondari non si può, e pertanto l'unica esclamazione che mi ha suscitato è stata "e chisseneimporta?".
 
Peccato.
Voto: 4
 
 

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