giovedì 4 gennaio 2018

Niente tranne il nome...

... di Andrea Maggi.

La scheda del libro sul sito della Garzanti

In una cittadina di provincia del Nord Est italiano viene ritrovato il cadavere del bidello della locale scuola media. L'uomo, Mauro Rosso, è stato ucciso nei pressi del casolare di campagna dove abitava da solo. Il suo computer e il suo telefono sono stati dati alle fiamme, e una foto, quella dell'anno scolastico 97/98, è sparita.
L'ultimo ad averlo visto vivo risulta essere il professor Fulvio Romoli, docente in crisi professionale e personale.
Cosa ha spinto qualcuno ad uccidere un anonimo bidello in una piccola città dove tutti conoscono tutti? Quali segreti, bugie, passioni, hanno spinto la mano dell'assassino?
 
La prima caratteristica che balza agli occhi, in questo giallo dal ritmo lento e misterioso, è la perfetta ricostruzione dell'atmosfera spenta, grigia e a tratti un po' deprimente della provincia italiana. La nebbia, il freddo, la pioggerella vanno a braccetto con le delusioni e le frustrazioni dei personaggi che popolano questo romanzo. I personaggi sono, appunto, uno dei punti di forza della storia.
 
Il professor Romoli è, potremmo dire, un ex idealista. Professore per vocazione, adesso si trova a combattere con il dolore per il fallimento del proprio matrimonio, e l'incapacità di aiutare i suoi studenti più problematici. Fra tutti, spicca Chiara, pluriripetente dalla situazione familiare disastrata. Fulvio è un bel personaggio, depresso al punto giusto, ma non per questo spento. È curioso e sveglio anche se è quasi travolto dai suoi piccoli drammi personali. Resta sempre coerente con se stesso e trova dentro di sé la molla per dipanare i fili della sua storia e anche della vicenda gialla che lo vede, suo malgrado, protagonista.
A fargli da contrappunto, un commissario sardonico, Eugenio D'Avanzo, che sa il fatto suo anche quando sta brancolando nel buio.
 
L'unico personaggio che non ho digerito è stata proprio Chiara, la quale, ad un certo punto acquista sempre maggior importanza nell'economia della storia.
Onestamente, ho sperato che prima o poi l'assassino decidesse di farne la prossima vittima.
Chiara, che con le sue difficoltà adolescenziali dovrebbe mettere a nudo l'anima frustrata del professor Romoli, è troppo: troppo ribelle, troppo sfacciata, troppo grande anche per essere ancora in terza media. Certo, ha i suoi problemi, ma alla fine sembra che il lato problematico del suo carattere sia stato dosato male, gonfiato, ingigantito a discapito degli altri tratti della sua personalità.
 
La trama è costruita con pazienza, un pezzo dopo l'altro, intorno ad una serie di segreti, bugie e mezze verità.  I dettagli sono ben curati, e riescono ad avvolgere il lettore trascinandolo inesorabilmente all'interno della storia. Per dirla con una metafora, non siamo di fronte ad un'ondata che trascina il lettore con sé, spiazzandolo, quanto piuttosto di fronte ad una marea che sale inesorabile e copre tutto.
La lettura è stata perciò molto intrigante; la vicenda è ben congegnata ma purtroppo, secondo me, lo splendido impianto della trama cade sul finale, per due ordini di ragioni. 
 
In primo luogo, la rivelazione dell'assassino, che quasi passa in secondo piano rispetto al grande segreto che ci verrà rivelato. L'assassino è insignificante, non c'è un altro termine per definirlo. Insignificante come personaggio e insignificante all'interno dell'intreccio. 
Certo, tutto combacia, gli indizi vanno a posto e tutto torna ma... che delusione. La rivelazione mi ha strappato, come unico commento, un " Ah, era lui/lei. Yawn".
 
Secondo problema. Ho già detto che la rivelazione del segreto attorno cui ruota la vicenda mette in ombra la scoperta del colpevole. Il punto è che questo mistero svelato, per quanto interessante, ha fondamenta di argilla. Senza spoilerarvi nulla, voglio solo fare una domanda: se voleste sparire dalla faccia della terra, voi dove vi nascondereste?
a) Sulla cima del K2
b) In una metropoli affollatissima e impersonale, tipo New York
c) Nel paese di provincia dove siete nati e cresciuti, dove tutti conoscono tutti, e dunque anche voi.
 
Ecco, indovinate quale risposta ha utilizzato l'autore nel suo romanzo, e capirete anche le mie perplessità al riguardo.
 
Voto: 6 e 1/2

1 commento:

  1. io passo per questo libro, ma la tua recensione mi è proprio piaciuta

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