lunedì 30 ottobre 2017

Magic...

... di V. E. Schwab.

La scheda del libro sul sito della Newton Compton

Kell indossava un cappotto molto particolare.
 Non aveva né un solo verso, come sarebbe stato normale, né due, che sarebbe stato insolito ma plausibile, bensì numerosi, il che era – ovviamente – impossibile.
 La prima cosa che faceva quando metteva un piede fuori da una Londra per andare in un’altra era sfilare il cappotto e rivoltarlo una o due volte (o addirittura tre) fino a quando non trovava il verso di cui aveva bisogno. Non tutti erano alla moda, ma ognuno di essi aveva uno scopo. C’erano quelli fatti per confondersi, quelli fatti per risaltare, e quelli che non servivano a nulla ma a cui lui era particolarmente affezionato.
 
Kell è uno degli ultimi Antari, i maghi del sangue, e può muoversi attraverso le quattro dimensioni parallele che compongono il suo universo. Da Londra Rossa, la sua patria, egli viaggia per conto della famiglia reale a Londra Grigia, quasi priva di magia, e a Londra Bianca, dove la magia è potente ma anche pericolosa. La quarta dimensione, quella di Londra Nera, invece, è poco più di una leggenda, perduta e distrutta quando le porte tra le dimensioni vennero sigillate per impedire che la magia prendesse il sopravvento sugli altri mondi, come appunto era successo a Londra Nera.
Kell, che è uno dei pochissimi che ancora può viaggiare tra i mondi, è però anche un contrabbandiere: trasporta illegalmente oggetti da una dimensione all'altra. Questa cosa, oltre ad essere proibita dalla legge, si rivelerà essere molto, molto pericolosa, quando qualcuno gli affiderà un manufatto dai poteri oscuri.
 
Mi ero avvicinata a questo romanzo fantasy con aspettative molto basse. Ultimamente tendo a diffidare dai fantasy, specie quelli destinati ad un pubblico giovane, a causa delle molteplici fregature rimediate in passato. Complice una bella copertina ed un prezzo contenutissimo, ho comprato questo ebook, ed ora posso dirlo: 99 centesimi spesi non bene, ma benissimo.
 
Avete letto l'incipit riportato sopra? Bene, ditemi se non vi ha intrigato e incuriosito. Certo, Magic non è un romanzo perfetto, ma porta nel panorama del fantasy qualcosa di nuovo, interessante e affascinante.
 
L'ambientazione è la cosa migliore di tutto il romanzo, e, poiché la fa da padrona nella storia, questo non è poco. Ci sono quattro dimensioni, disposte una sull'altra come le pagine di un libro: per passare dalla prima all'ultima, ad esempio, bisogna attraversarle tutte. La magia del sangue è la chiave per passare da un mondo all'altro. La magia più comune, quella basata sugli elementi, non consente di aprire varchi tra le dimensioni.
Come potete intuire da questi cenni, il panorama magico è complesso e variegato, anche perché muta da una dimensione all'altra. In pratica ad ogni pagina c'è una nuova scoperta e si aggiunge un tassello al mosaico. Ho adorato questa idea dei quattro mondi, chiusi tra loro eppure stranamente dipendenti l'uno dall'altro, legati a doppio filo da una magia che è potente ma difficilmente addomesticabile.
Devo dire che, per quanto io sia rimasta affascinata e piacevolmente colpita da questa costruzione, inizialmente c'è un po'di confusione e le distinzioni tra i tipi di magia, i vari poteri, le varie leggi che regolano le diverse società non sono chiarissime. Ho provato un po'di smarrimento, e per afferrare bene i concetti è necessario proseguire nella lettura, e non scoraggiarsi di fronte ai primi dubbi.
 
La trama è piacevole, senza punti morti e scorre velocemente.
 
Lo stile è pulito e veloce, anche se ho riscontrato una tendenza a raccontare le situazioni, anziché mostrarle e ad utilizzare i monologhi interiori dei personaggi per fornirci informazioni sull'ambientazione. Le informazioni sono sicuramente di vitale importanza per il lettore, ma il sistema scelto mi ha un pochino infastidito, perché i pensieri dei personaggi non suonavano naturali.
È come se io, trovando dei rifiuti abbandonati per strada, attaccassi a pensare: beh, nonostante l'Italia sia una Repubblica parlamentare, e la sua bandiera sia verde, bianca e rossa, devo sottolineare che la scarsità di controllo sul territorio genera aberrazioni che si ripercuotono sulla vita di tutti i giorni dei cittadini... Non esattamente un discorso spontaneo e lineare, secondo me.
 
Il vero punto debole del romanzo si trova, comunque, nei personaggi. Per quanto essi siano potenzialmente interessanti, sono poco o per nulla sviluppati e caratterizzati psicologicamente, e risultano simpatici sì, ma bidimensionali.
 
Kell dovrebbe essere un personaggio portatore di un sano conflitto: egli è stato adottato dalla famiglia reale, che se ne serve come messaggero tra le dimensioni, ma allo stesso tempo infrange la legge contrabbandando oggetti da una Londra all'altra. Perché? Cosa lo spinge? È vero che Kell risente della natura ambigua del suo rapporto con la famiglia d'adozione (servitore o membro della famiglia?) ma l'argomento andava, secondo me, approfondito per garantire maggiore spessore e coerenza al personaggio.
 
Anche la co- protagonista, Lila, una ladruncola di strada che vorrebbe essere un pirata, mi è piaciuta, ma trovo che sia stata approfondita pochissimo. L'autrice ci ripete che Lila non ha altro scopo che accumulare denaro per abbandonare le miserie di Londra Grigia; che è sopravvissuta perché ha sempre pensato esclusivamente a se stessa, ma in realtà Lila non fa altro che correre in soccorso degli altri dall'inizio alla fine del romanzo. La cosa mi sta bene, o meglio, mi starebbe stata bene se questo atteggiamento fosse arrivato alla fine di un percorso di cambiamento emotivo del personaggio, invece di essere in aperto contrasto con quanto l'autrice ci ha detto di Lila fino a quel momento.
 
Nel complesso, comunque, il romanzo mi è piaciuto. Sebbene si tratti del primo volume di una trilogia, la storia è autoconclusiva. Consiglio il romanzo a tutti gli appassionati di fantasy.
 
Voto: 7

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