giovedì 24 agosto 2017

La ragazza con l'orecchino di perla...

... di Tracy Chevalier.

La scheda del libro sul sito della Neri Pozza

Olanda, XVII secolo. Griet è un'adolescente quando, per aiutare la famiglia, in gravi difficoltà economiche da quando suo padre è diventato cieco in un incidente sul lavoro, va a servizio nella casa del grande pittore Johannes Vermeer. L'uomo da subito nota che Griet, nonostante la sua giovane età e la sua scarsa cultura, ha un'intelligenza e un senso estetico fuori dal comune.  Inizia così un rapporto a distanza fra l'uomo e la ragazza, una passione nascosta e tenuta a freno dalle convenzioni,  in cui si intrecciano l'amore per la pittura e i sentimenti più reconditi dei protagonisti.

La ragazza con l'orecchino di perla ci narra cosa c'è dietro il famoso quadro di Vermeer La ragazza col turbante. Su uno sfondo storico abbastanza accurato, si dipana la storia di Griet, giovane cameriera inesperta in una grande casa, e quella del suo tenebroso padrone, pittore all'apice della carriera, ombroso, misterioso e sfuggente.
Il romanzo è narrato in prima persona da Griet, la quale racconta le vicende di cui è protagonista con lo stesso tono entusiasmente che uso io quando leggo per telefono la lista della spesa a mio marito.
Il tono è infatti piatto e privo di colore; perfino alcuni eventi tragici come la peste che colpisce la città, con la famiglia di Griet isolata nella zona posta in quarantena, vengono snocciolati senza pathos alcuno.

La storia è incentrata sui rapporti tra i personaggi, ma sono proprio questi a non funzionare affatto. Griet non ha alcun tipo di preparazione culturale, eppure riesce meglio di chiunque altro a destreggiarsi nell'aiutare il suo padrone con colori e sfumature, arrivando persino a dargli consigli su come modificare la luce in un dipinto, o cosa spostare per far funzionare un quadro. Un talento naturale e improvviso, insomma. Se a ciò aggiungiamo che praticamente ogni uomo che Griet incontra le cade ai piedi; e che la moglie di Vermeer è da subito (da quando la vede in casa sua prima che lei vada a servizio) gelosa di lei; e che la figlia maggiore dei Vermeer è immotivatamente crudele con lei, ci rendiamo conto che Griet è uno di quegli odiosi personaggi che sanno fare tutto senza sforzo, e che vengono osteggiati senza un vero perchè da personaggi invidiosi di loro, personaggi che hanno lo spessore di un foglio A4 e la cui unica funzione nel romanzo è far brillare la virtù e la bontà della nostra eroina. Insomma, Griet è una Mary Sue [1] fatta e finita, insomma.

L'asse portante del romanzo, ovvero lo sviluppo della passione tra la servetta e il famoso pittore, è semplicemente inconsistente. Nasce perchè sì e si nutre... ecco, esattamente, di cosa si nutre per crescere? Non saprei individuare nel romanzo le ragioni che fanno crescere questa passione.
L'episodio cardine della storia, cioè quando Griet indossa il famoso orecchino per posare per Vermeer, suscita un tale putiferio, scandalo e sommovimento di passioni in casa Vermeer, ma io non sono riuscita  a spiegarmi perchè. Cioè, non era la prima volta che il pittore dipingeva servette o popolane, e non era la prima volta che queste indossavano abiti o accessori presi dall'armadio della padrona di casa, ma Griet suscita scandalo. Perchè? Boh. Perchè sì.

Il romanzo resta molto fiacco. Ottimo e intrigante nelle intenzioni e nello spunto, oscuro e inconcludente nel suo sviluppo, nonostante lo sfondo storico interessante.
Voto: 5 

[1] Se non sapete cosa sia una Mary Sue, cliccate qui

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