lunedì 3 luglio 2017

Venti di tempesta...

...di Charlotte Link.


La scheda del libro sul sito della casa editrice Corbaccio

Estate 1914. La giovane e capricciosa Felicia Degnelly trascorre l'estate a Lulinn, la tenuta dei nonni nella Prussia Orientale. Bellissima e volitiva, Felicia è innamorata dell'unico uomo che non è caduto ai suoi piedi: Maksim Marakov, giovane idealista con simpatie socialiste. Lo scoppio della guerra cambierà per sempre la sua vita. Felicia si sposerà giovanissima, e conoscerà gli orrori della guerra in prima persona; cercherà di mantenere a galla se stessa e la sua famiglia mentre il mondo crolla intorno a lei, senza mai smettere di inseguire l'unico amore della sua vita.
 
Venti di tempesta è il primo volume di una trilogia che racconta l'epopea della famiglia Domberg-Degnelly attraverso il '900 e i noti sconvolgimenti storici che hanno segnato questo secolo. Il romanzo copre un periodo che va dal 1914 al 1930. Sono anni talmente densi di avvenimenti (la Grande Guerra, la Rivoluzione Russa, la Repubblica di Weimar, l'ascesa del nazismo, la Grande Depressione) che praticamente un romanzo ambientato in quest'epoca si scrive da solo.
Nessuno poteva uscire indenne dagli eventi epocali di quel periodo. E ovviamente questo vale per Felicia, la quale, sebbene giovanissima, viene suo malgrado travolta da quel fiume in piena che è la Storia, e si ritroverà, per varie circostanze per lo più tragiche, ad essere l'unico punto di riferimento di una famiglia altrimenti allo sbando.
Venti di tempesta è un grande e dettagliato affresco di quegli anni. I personaggi sono molti; Felicia è la protagonista ma intorno a lei si muovono molti comprimari, ognuno dei quali mette in luce un aspetto diverso di quegli anni.
Da questo punto di vista il romanzo ha molto da offrire al lettore, anche grazie allo stile e alle scelte dell'autrice, che dipana la trama rapidamente senza indugiare troppo in determinate situazioni, ma risolvendole velocemente. A dire il vero, se da un lato questo conferisce ritmo al romanzo, dall'altro, in alcune circostanze, mi ha irritata vedere Felicia nei guai fino al collo, per poi ritrovarla, dopo poche pagine, perfettamente al sicuro perché nel frattempo era capitato qualcosa, che non viene mostrato al lettore, che l'ha tratta d'impaccio. Anche il finale risente di questo difetto; quando tutto sembra perduto, arriva qualcuno dal passato di Felicia a tirarla fuori da guai. Troppo facile, secondo me.
Nonostante questo, il romanzo mi è piaciuto perché possiede una sua forza narrativa.
 
Se però questa recensione vi richiama alla mente qualcosa di familiare, sappiate che non siete gli unici ad avere questa impressione. Venti di tempesta ricorda Via col vento anche a me. Tantissimo.
Alcune scene sembrano riprese pari pari da quel romanzo - c'è una scena in cui Felicia, la cui tenuta è vicina al confine russo, si trova da sola in casa con un malato. Un drappello di soldati russi fa irruzione e lei li affronta sulle scale della grande villa. Se avete letto Via col vento, o visto il film, sapete a cosa mi riferisco. La stessa Felicia ricorda Rossella O' Hara e il suo amore impossibile per Ashley (qui "interpretato" da Maksim Marakov, giovane idealista che lei, pragmatica fino all'eccesso, non comprende, e per questo desidera).
In ogni caso questo leggero senso di deja-vu non mi ha disturbato eccessivamente, anche perché credo che per quel che riguarda questo tipo di scene si tratti più di un omaggio al capolavoro della Mitchell piuttosto che di un tentativo di plagio.
Altre situazioni, invece, specie quelle riguardanti la vita sentimentale di Felicia ricalcano in maniera più profonda quelle presenti in Via col vento e risultano un tantino più moleste.
 Eviterò di menzionare dettagli riguardo queste situazioni per non fare spoiler sulla trama, ma se conoscete Via col Vento, e ricordate Rossella e Franco Kennedy beh... preparatevi ad incontrarli di nuovo.
A me la cosa non ha infastidito più di tanto, forse al causa del mio fanatismo verso Via col vento, ma presumo che altri lettori potrebbero trovarlo irritante.
 
Dove credo invece che Venti di tempesta sia manchevole è nella raffigurazione dei personaggi, che sembrano attingere più alla tradizione letteraria di genere che a una vera e propria costruzione autonoma. Ne risente, di conseguenza, anche la loro evoluzione psicologica. Insomma, per farla breve, ho letto una bella storia, ma i personaggi non mi hanno né affascinata, né emozionata. Felicia è una superficiale egoista, che vuole non solo sopravvivere ma anche non dover rinunciare mai a nulla, non importa quante persone dovrà calpestare e quante vite dovrà distruggere (comprese le sue stesse figlie). Non evolve, non acquista profondità emotiva, e quando arriva un evento tragico che potrebbe davvero  segnarla e farla riflettere su cosa stia combinando, ecco accorrere in suo soccorso l'amorevole nonna che le dice "tranquilla, cara, non è colpa tua. Auto-assolviti pure!", cosa che lei ovviamente e prontamente fa. Non posso rivelare l'evento ma credetemi se vi dico che invece sì, era colpa sua. Totalmente ed esclusivamente colpa sua. Un'occasione persa per la crescita del personaggio.
L'unico che mostra un embrione di evoluzione è Maksim Marakov, a cui comunque non è concesso tantissimo spazio. Gli altri personaggi, per quanto potenzialmente interessanti perché, come detto, rappresentano ognuno un punto di vista diverso sugli avvenimenti storici, restano poco sviluppati e piuttosto bidimensionali.

Insomma, una bella storia, ambiziosa e dettagliata nella sua ambientazione, ma con personaggi che potevano essere sviluppati decisamente meglio.
Difficile dare un voto a questo romanzo. Direi un 7 se siete amanti di questo genere di storie (come me); meno (ma sempre sopra la sufficienza) se non siete degli appassionati.
 

3 commenti:

  1. Senti ciccia, io l'ho comprato per colpa tua, che facciamo?

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    1. Leggilo, è un buon libro di intrattenimento. Scusa eh ma adesso devo finire di fare le valigie! :D :D :D

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