martedì 21 febbraio 2017

Lola nascerà a diciott'anni...

... di Carla Maria Russo.
La scheda del libro sul sito della casa editrice Piemme. (ATTENZIONE: io il link alla scheda lo metto, ma se il libro vi interessa non leggetene la sinossi perché vengono spoilerati circa i 3/4 del libro!)

Sono disteso in una lussuosa bara di mogano marrone scuro, con anelli di lucido ottone sui quattro lati. Corone di fiori a profusione impestano l’aria dell’odore dolciastro e corrotto tipico dei funerali. Persino il Duce, dalla roccaforte di Salò, non ha fatto mancare la propria: gerbere e rose. [...] La camicia della divisa, per quanto il particolare sfugga all’occhio dell’osservatore, è abbottonata in modo da coprire rigorosamente il collo e fermata con una spilla da balia nascosta sul retro, così che la testa sembra attaccata direttamente al resto del corpo, conferendo alle mie spoglie mortali un aspetto tozzo e poco aggraziato. Vi è una ragione precisa di tutto ciò, come pure dello strato di cerone con cui mi è stato ricoperto il volto e del velo nero, alquanto spesso, steso sopra la bara a ricoprirla per intero, ricadendo poi morbido e fluttuante fino sul pavimento: non un gesto di delicatezza della vedova inconsolabile [...] E neppure un segno di rispetto verso il mio cadavere [...] Questa messinscena serve a coprire qualche livido che il mio maldestro assassino ha lasciato su di me nella concitazione del momento, a confondere le idee sulla mia morte: un omicidio e non, come si affanna a recitare mia moglie, un infarto improvviso.
 
Milano, 1943. Mario, operaio delle acciaierie Breda, si innamora a prima vista di Mara, giovane rampolla di una famiglia altolocata e fedele al regime fascista. I due tentano la fuga e quando Mara rimane incinta, la madre la obbliga a sposare un anziano e potente generale. Il bambino illegittimo viene abbandonato subito dopo la nascita.
Ma il matrimonio di Mara non dura a lungo, perché il generale viene assassinato nella sua casa. Questo avvenimento è solo il primo di una serie di tragici fatti che cambieranno per sempre la vita dei protagonisti.
 
Mi sono imbattuta per caso in questo splendido romanzo. L'incipit accattivante e insolito per questo tipo di storia, cattura subito, e ci introduce nella trama con un tono leggero, quasi svagato.
Ben presto scopriamo però che lo spirito del Generale non sarà l'unico a raccontarci i fatti. Siamo infatti di fronte ad un romanzo corale, dove la parola corale assume un significato nuovo. Non solo ci sono diversi punti di vista (sei diversi solo nei primi sei capitoli) ma ogni voce raccoglie il testimone della narrazione dove lo aveva lasciato cadere il narratore precedente, spesso iniziando il suo racconto confermando o smentendo le parole di chi lo ha preceduto. Sembra davvero di essere seduti ad un tavolo con diverse persone che ci raccontano una storia.
Dicevo del tono svagato; bene, inizialmente lo è. Ma man mano che la narrazione procede, ci accorgiamo che la leggerezza cede pian piano il posto alla narrazione delicata ed empatica di tragiche vicende. Non mi riferisco solo al pesante clima di guerra che si respira in città (una città stremata, impaurita, in ginocchio), ma anche alle vicende dei protagonisti, che dopo la passione bruciante conosceranno la perdita ed il dolore. Il racconto diventa accorato e dettagliato, delicato ed empatico, a tratti commuovente.
 
Mara è una ragazzina viziata e ribelle, pensa che la vita si piegherà ad ogni suo capriccio, come è stato fino ad ora. L'amore per Mario, l'operaio dalle simpatie comuniste, comincia quasi per sfida, per ribellarsi alle convenzione e al futuro pianificato dalla madre ossessiva; non è niente altro che un modo per dimostrare che può piegare la vita ed il mondo ai suoi voleri. Nel momento in cui dovrà separarsi dalla creatura che ha partorito prenderà coscienza che non sarà così. Mara cambia lentatamente davanti ai nostri occhi, scopre sentimenti profondi che non credeva di poter provare. 
 
Eppure, Lola mia cara, nel momento stesso in cui ti perdevo, per la prima volta ho avvertito un orribile senso di mancanza, come se avessero scavato e svuotato il mio corpo, strappandomi la parte più profonda e vitale. Per qualche tempo mi sono ripetuta che si trattava solo di una sensazione fisica: la pancia di nuovo libera del tuo peso. Poi ho capito che a mancarmi era il tuo corpicino di cucciolo che non avevo stretto tra le braccia, le carezze che non ti avevo dato, il calore che non ti avevo trasmesso e che si era condensato nello stomaco, in un grumo freddo e acido. Ho capito che il senso di vuoto non sarebbe più scomparso, che si sarebbe trasformato in una ferita inguaribile, sempre sanguinante, in un rimpianto che mi avrebbe perseguitato fino all’ultimo istante di vita. In un dolore che niente avrebbe potuto consolare e che mi avrebbe uccisa a poco a poco.

Mario invece è un tipo che sembra sempre colto alla sprovvista dalla vita, dalla guerra dall'amore. Niente, in questo romanzo, gli accade perché sia andato a cercarselo, ma lui non si sottrae alle conseguenze e alle responsabilità.

Accanto ai due protagonisti, altri personaggi; alcuni hanno un  parte che dura solo mezza pagina; altri plasmeranno il destino di Mario e Mara. Ma tutti sono indimenticabili.
Sullo sfondo, la guerra e Milano semidistrutta dai bombardamenti, la caduta del fascismo, le atrocità del conflitto (da ambo le parti) e quelle di un  regime ormai morente che sferra gli ultimi colpi di coda.
Alcuni episodi amalgamati nel romanzo sono realmente accaduti, come l'assassinio di un dissidente diciassettenne sorpreso a distribuire volantini di propaganda contro il regime; e il bombardamento da parte degli alleati di una scuola elementare alla periferia di Milano che fece strage di bambini.
Queste le parole con cui il giovane partigiano si congeda dalla storia:

Mi spiace di morire, per il dolore che procuro a mio padre. E anche perché avrei voluto conoscere i miei figli, [...] Mi sarebbe di conforto se tanta sofferenza non fosse inutile. [...] E avessi contribuito a creare un mondo migliore dove, ai giovani che nasceranno, verranno risparmiate le atrocità inflitte a noi. Non passerà lo straniero... Così diceva la canzone... La barbarie non vincerà...

Non vi nascondo che in un paio di occasione mi sono commossa. Ma grazie alle diverse voci narranti il romanzo scorre nella lettura, e anche le parti emotivamente più dure si leggono con facilità.
 
Leggere questo romanzo è stato come scendere una scala a chiocciola, e scoprire, un passo alla volta, cosa si celava dietro alla curva seguente.
Carla Maria Russo dimostra un'abilità straordinaria nella costruzione del romanzo, e nell'amalgamare le diverse voci che ci narrano la storia.

Un libro dolce, triste, delicato e al tempo stesso che colpisce al cuore, consigliatissimo.
Voto: 8

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