lunedì 22 agosto 2016

Ogni giorno come se fossi bambina...


...di Michela Tilli.
 
 

La scheda del libro sul sito della Garzanti.

Ma mano a mano che Arianna si abituava e procedeva, il suo interesse si faceva sempre più vivo, e anche il senso di colpa, e la paura di essere sorpresa, perché tra le dita si trovava all’improvviso un’anima messa a nudo; e più si diceva che avrebbe dovuto smettere, come quando si sorprende qualcuno nell’espressione della sua intimità e si distoglie lo sguardo, più cresceva il desiderio di andare avanti e immergersi in quel mare di sensazioni dense.
 
Arianna ha sedici anni. Si sente goffa e insicura anche a causa dei suoi chili di troppo, ed è a suo agio solo con i suoi libri o mentre scrive il suo blog. Quando viene bocciata a scuola, i genitori decidono che è il momento che si prenda delle responsabilità, e la costringono a diventare la badante di Argentina, ottantenne che ha ancora il senso del meraviglioso di una bambina.
Argentina ha un segreto, delle lettere che giungono dal paese che ha lasciato cinquant'anni prima.
Quando Arianna svela il segreto di queste lettere, dopo un primo momento di smarrimento, le due donne iniziano a comprendersi e intraprendono un viaggio che le cambierà entrambe.
 
Argentina che, dall'alto dei suoi ottanta anni, vive la vita ancora come fosse un gioco meraviglioso; aspetta le sue lettere segrete e vive di piccole gioie e sogni. Come se davvero fosse ancora una bambina, cerca i suoi spazi eludendo l'autoritarismo della figlia Monica, perennemente preoccupata ma costantemente impegnata.
Arianna ha sedici anni e anche lei vive veramente solo quando legge e quando scrive, non lettere come Argentina, ma libri e recensioni sul suo blog. Incompresa dai genitori, che le vogliono bene ma non si sforzano più di tanto di capirla, arrivando inconsapevolmente a farle del male (vi dirò, la scena in cui le portano via a tradimento il computer mi ha fatto stare veramente male), Arianna sembra già aver gettato la spugna.
 
Due personaggi che inizialmente sembrano assai diversi, ma che in realtà sono molto simili. Hanno entrambe il loro angolino, la loro comfort zone che non vogliono lasciare, e forse è questo che in fondo le spinge ad avvicinarsi. Si conoscono davvero attraverso la parola scritta, e decidono che è arrivato il momento di passare dalle parole ai fatti: è il momento di vivere la vita in prima persona, facendo un viaggio che Argentina ha rimandato troppo a lungo.
Così lontane, e così vicine, Argentina ed Arianna danno vita ad una storia bella e delicata. Non solo un viaggio nei sentimenti e negli spazi più intimi dell'anima, ma una vera e propria trama a metà strada fra il romanzo di formazione e il romanzo on the road.
Michela Tilli da un nuovo significato alla definizione "romanzo di formazione", perché non sarà solo la giovane Arianna a formarsi ed uscire dal suo guscio, ma anche Argentina, ormai anziana, completerà la sua maturazione e troverà il suo posto.
La parte "on the road" del romanzo è la mia preferita, ed è fresca e originale. Le due improbabili Thelma e Louise, sfuggite alla sorveglianza della figlia di Argentina, si mettono in viaggio da Milano a Grassano, profondo Sud, per cercare quello che Argentina ha lasciato molti anni prima. Un viaggio non facile, e non privo di imprevisti.
E una volta giunte a destinazione, per entrambe ci sarà un mondo intero da scoprire, con un piccolo, delizioso colpo di scena.
 
Cominciarono a nominare persone, soprattutto donne, e a fare collegamenti e ricordare aneddoti. La più giovane azzardava delle ipotesi, sosteneva che Argentina dovesse conoscere questo e quello, o essere imparentata con il tale e il tal altro, ma la madre la interrompeva sempre e le spiegava perché le cose non potevano stare come diceva lei. Di tanto in tanto dicevano qualcosa che ad Argentina ricordava qualcos’altro e allora, sebbene i dettagli non sembrassero coincidere, si sorridevano e si stringevano le mani. C’erano alcuni nomi di vecchi parroci che parevano avere un significato per tutte e tre ed episodi della guerra che anche le due donne, che all’epoca non erano ancora nate, ricordavano come fosse ieri. E poi c’erano eventi tanto importanti e famosi che persino Arianna ne aveva sentito parlare. Ricordarono la banda caduta nel fosso al ritorno da una festa e tanta gente emigrata, che non era la stessa gente per l’una e per l’altra, ma era stata la stessa storia per tutti quanti.
 
Con quanta delicatezza e profondità Michela Tilli riesce a parlarci dei sentimenti di Argentina, della speranza di sentirsi ancora vivi, della paura di cambiare, di osare, di cercare ciò che potrebbe renderci felici, a qualunque età. Con la stessa delicatezza, l'autrice accenna al dramma dell'emigrazione, che troppo spesso è scelta obbligata, e con poche, semplici pagine ci descrive la tristezza, il senso di smarrimento nel ritornare e allo stesso tempo la gioia di ritrovare un legame che non si spezza mai davvero.
 
Il finale dolce amaro è poi la ciliegina sulla torta.
 
Voto: 8 

2 commenti:

  1. Ciao, non conoscevo questo romanzo, ma me lo segno perchè sembra veramente molto ma molto bello!

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