lunedì 13 giugno 2016

Regalo di nozze...

...di Andrea Vitali.

La scheda del libro


Alla vigilia del proprio matrimonio, Ercole Correnti vede parcheggiata davanti casa sua una vecchia seicento bianca, identica a quella che, negli anni '60, una ventina d'anni prima, suo padre aveva comprato e con cui la sua famiglia aveva fatto la prima gita al mare.
La macchina gli riporta alla mente i ricordi di quegli anni, sua madre, suo padre e lo zio Pinuccio, irresistibile bugiardo, gagà e donnaiolo.
 
Dopo aver finito di leggere La modista, libro del 2008, mi ero chiesta se Vitali avesse ancora qualcosa da dire.
Poi mi è capitato tra le mani questo romanzo e... sono rimasta sorpresa. Piacevolmente sorpresa.
Tutto ruota intorno a una seicento bianca, che funge da catalizzatore di ogni evento.
La storia si focalizza solamente intorno a quattro personaggi, Ercole, sua madre Assunta, sua padre Amedeo e lo zio Pinuccio, e due linee temporali, quella presente e quella degli anni sessanta rievocata attraverso i ricordi di Ercole.
La presenza di un numero limitato di personaggi è già di per sé una novità, e sicuramente aiuta la trama a restare sui binari e a coinvolgere il lettore emotivamente. 
I ricordi di Ercole bambino ci fanno conoscere lo zio Pinuccio, la pecora nera della famiglia, gaudente spendaccione, elegante e fanfarone, che, agli occhi del bambino è una specie di eroe, un avventuriero la cui figura assume contorni quasi epici. Un uomo che vive la vita con leggerezza, in perfetta antitesi con la solidità morale e la rigidità dei genitori del piccolo.
La seicento bianca vista casualmente riporta alla mente di Ercole una indimenticabile (per svariate ragioni, non tutte positive) gita al mare, fortemente voluta dallo zio, e partendo da qui Vitali ci racconta la storia di questa famiglia borghese, la loro routine, i loro riti, le loro abitudini.
Lo zio Pinuccio rappresenta la variabile impazzita in questa vita così ordinata e a volte un po' monotona.
 
Mi ha colpito la delicatezza con cui sono tratteggiati i personaggi, con ironia ma anche con dolcezza; se sorridiamo, sorridiamo con loro, non di loro.
La trama sembra una godibile sequenza di eventi, parzialmente slegati tra loro, finché il finale non ci svela che dietro tutto ciò che accadde, da quella gita in poi, era più di un insieme casuale di fatti.
Solo alla fine comprendiamo la particolare abilità con cui lo scrittore ha delineato la sua storia.
Storia che è diversa da ogni altra di Vitali che io abbia mai letto.
Mi ha colpito l'uso della seicento nella narrazione. Sogno proibito degli italiani durante il boom economico degli anni sessanta, è qui il perno della storia, il simbolo di tutto i sogni di una nazione che si rialzava dalla guerra e sperava in un domani migliore.
Ma la vita, si sa, non è mai una passeggiata...né una gita verso il mare.
 
Un Vitali diverso, quasi intimo, malinconico, che racconta con pudore una storia semplice, breve, ma toccante.
Il miglior Vitali, fino ad ora.
Voto: 7 e 1/2
 
 

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