giovedì 14 aprile 2016

La lettrice bugiarda...

...di Brunonia Barry.



La scheda del libro la trovate sul sito della Garzanti.

Towner Whitney torna a Salem, nel Massachussets, dopo quindici anni di assenza. Salem è il luogo dove è cresciuta, ma che rievoca troppi brutti ricordi, primo fra tutti il suicidio della gemella Lindley, avvenuto quando era una ragazzina. La scomparsa di Eva, seconda moglie di suo nonno, che è per lei come una madre, la costringe però a tornare.
La famiglia di Towner è eccentrica e problematica. Le donne della famiglia sono veggenti, leggo il futuro attraverso le trame del pizzo che esse stesse creano a mano.
La madre di Towner, May, gestisce un rifugio per donne maltrattate e vive su una piccola isola come una reclusa; quando Towner e Lindley erano piccole, aveva dato alla sua sorellastra Emma Lindley perché la crescesse come figlia sua, visto che non poteva averne, e questo Towner non glielo ha mai perdonato, anche perché il marito di Emma, Cal, è un uomo ambiguo e violento.
La scomparsa di Eva metterà in moto gli eventi che porteranno Towner a scoprire il segreto della sua famiglia, e che il passato non è come sembra.
 
Per la serie, un libro, un perché, il perché di oggi è: come mai questo libro si intitola, nella sua traduzione in italiano, la lettrice bugiarda? Non c'è nessuna lettrice, non nel senso classico del termine, perché la parola lettrice fa riferimento, nel romanzo, alla lettura del futuro, mentre di bugiarde neanche l'ombra. Casomai nel libro qualche lettrice è reticente... ma bugiarda no, eh.
Infatti il titolo originale è The Lace Reader (Le lettrice di pizzo). Sicuramente si tratta di un dettaglio, ma è bene avvisare il potenziale lettore che il titolo può trarre in inganno sul contenuto del romanzo. 
 
La lettrice bugiarda è principalmente la storia di una famiglia antica e misteriosa. L'ombra della magia e della lettura del futuro aleggia intorno ai suoi componenti per tutta la durata del racconto, senza però essere particolarmente invadente e senza prendere il sopravvento.
Sullo sfondo di una Salem moderna ma ancora segnata dagli eventi del 1647, quando cominciò la tragica caccia alla streghe nel Massachussets, si muovono personaggi che all'inizio sono difficili da comprendere. Towner, che racconta la maggior parte della storia in prima persona, parla a ruota libera saltando di palo in frasca; sua madre May è indecifrabile nelle sue decisioni, il suo mutismo, le sue azioni. Emma, diventata cieca per le percosse di Cal, è poco più di ombra sbiadita. Cal invece, è ora un fanatico religioso che ha fondato una setta di pericolosi estremisti cristiani.
L'unico punto fermo sembra Eva, ma Eva è sparita, e la mente di Towner sembra sbandare, e a dire il vero, anche il lettore con lei.
Questo romanzo ha infatti un unico grande limite: se non si supera pagina 200 circa, ci si continua a chiedere che genere di storia abbiamo in mano e dove andremo a finire.
Il che, su un libro di 377 pagine, può effettivamente rappresentare un problema.
La sensazione di girare a vuoto è molto forte.
 
Quando gli eventi precipitano (e mi viene da dire finalmente) il romanzo cambia volto. Finalmente la trama si apre al lettore, intesse misteri e comincia a svelarli fino al concitato finale dove ogni cosa viene chiarita.
Capisco che le prime duecento pagine possano anche essere state preparatorie per comprendere la strana famiglia di cui l'autrice vuole raccontare la storia. Ma sono francamente troppe. E' come se la Barry avesse avuto paura di scoprirsi troppo presto. Ma qualche taglio ben assestato avrebbe senza dubbio aiutato la scorrevolezza della storia.
Da pagina 200, sembra di avere tra le mani un altro romanzo: finalmente troviamo la saga familiare ricca di segreti e misteri che la quarta di copertina promette. Finalmente troviamo una bella storia che merita di essere letta.
 
Personalmente, credo che il gioco valga la candela. Ma io sono una lettrice paziente, difficilmente abbandono un libro (credo di avere un solo libro abbandonato nella mia storia di lettrice, L'eleganza del riccio di Muriel Barbery, una noia mortale, a parer mio); capisco che un lettore diverso, che ama immergersi immediatamente nella trama, possa avere difficoltà a portare a termine la lettura.
Voto: 6 e 1/2

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