mercoledì 16 marzo 2016

Il potere del numero sei...

...di Pittacus Lore, alias James Frey e Jobie Hughes.
  
masochista
[ma-ṣo-chì-sta]
s.m. e f. (pl. m. -sti, f. -ste)

1 Chi è affetto da masochismo

2 estens. Chi si compiace di soffrire.
 
Se il dizionario contemplasse anche un'illustrazione, ci sarebbe la mia foto mentre leggo Il potere del numero sei. Dopo aver letto  Sono il numero quattro, primo volume della saga chiamata Lorien Legacy, mi sono fatta convincere dal mio strano amore per i libri brutti e ho letto il seguito.
 
Abbiamo lasciato John (protagonista del libro precedente) in fuga con l'amico umano Sam e con Sei, aliena come lui e come lui una dei nove Garde scappati dal pianeta Lorien al momento dell'invasione dei Mogadorian.
Dopo la battaglia contro questi ultimi svoltasi nella scuola di Paradise, Ohio, il Governo crede che John sia un terrorista, quindi il ragazzo è costretto a fuggire dai suoi nemici e a nascondersi dalle autorità.
La trama, in estrema sintesi è questa:
John e compagni si nascondono in un motel. Boom!! Arrivano i Mogadorian e fanno saltare tutto in aria.
John e compagni si nascondono in una casa in mezzo ai boschi. Boom!! Arrivano i Mogadorian e fanno saltare tutto in aria.
John e compagni trovano un nascondiglio segreto dove sono conservate oggetti e documenti del pianeta Lorien. Boom!! Arrivano i Mogadorian e fanno saltare tutto in aria.
John riesce a rivedere Sarah, nonostante i rischi. Boom!! Arrivano i Mogadorian e fanno saltare tutto in aria.
John viene catturato dal FBI e portato in un centro di detenzione per essere interrogato. Boom!! Arrivano i Mogadorian e fanno saltare tutto in aria.
Una flebile scintilla di interesse la suscita l'introduzione del personaggio di Marina, il numero sette, la quale è la seconda voce narrante del romanzo.
Marina è nascosta con la sua cepan (tutrice), Adelina, in un convento di uno sperduto paesino spagnolo fin dall'infanzia. La cosa intrigante è che Adelina ha perso interesse per la loro missione, e racconta a Marina che si tratta solo di favole e inutili bugie.
Marina decide di fuggire dal convento. Boom!! Arrivano i Mogadorian e fanno saltare tutto in aria.
 
 Lo spunto poteva essere interessante: una ragazzina sola con il suo fardello, abbandonata da chi doveva istruirla e prepararla ad un incerto futuro, che deve imparare da sola ad usare i suoi poteri (le cosiddette Eredità), ma lo spunto non viene sviluppato perché boom!! Arrivano i Mogadorian e... Insomma, avete capito.

La trama resta piatta e ripetitiva. I personaggi non sono da meno.
Prendiamo la cepan di Marina.
Poco prima dell'arrivo dei Mogadorian, Adelina, che ha passato gli ultimi 12/13 anni a far finta che Lorien fosse una colossale bugia, si sveglia dal suo torpore senza una reale motivazione, riprende il suo ruolo e convenientemente muore trenta secondi dopo (altrimenti la immaginate la faticaccia di dare un minimo di coerenza al personaggio, e giustificare la sua evoluzione? Non sia mai!).
 
John, il protagonista, è praticamente un cartonato a grandezza reale piazzato in mezzo alla trama. Non ha un carattere. Le sue azioni rispondono esclusivamente a esigenze di trama. Ad esempio, Henri gli ha lasciato una lettera in cui gli da istruzioni per il futuro e gli spiega alcune cose. Secondo voi John la legge subito? Ovviamente no, aspetta giorni e giorni, pagine e pagine insensate e inutili, perché altrimenti dopo che l'avrà letta non avrà più nulla che gli ricordi Henri, e soffrirebbe troppo. Perciò, la legge soltanto quando oramai, al settordicesimo boom!! gli autori non sanno più dove andare a parare.
John si sente in colpa per aver provocato, col suo rifiuto di lasciare Paradise ai primi cenni di pericolo, la morte di Henri, il suo tutore. Bene, nonostante i laceranti sensi di colpa, non matura, non si evolve, non mette in relazione il suo comportamento egoista con quanto è successo. No, perché in realtà noi non abbiamo un personaggio che vive, ama, soffre ed eventualmente sbaglia; noi abbiamo un personaggio che dice di fare tutte queste cose, ma  in realtà non le fa davvero. Se tu, autore, vuoi farmi capire che John è lacerato dai sensi di colpa, non basta mettere in bocca a John la frase "sono distrutto dal senso di colpa". Lui deve agire di conseguenza.
Invece il protagonista non esita ad abbandonare Sei in un combattimento con decine di Mogadorian per andare a trovare Sarah, perché l'ammore è ammore e bla bla bla, ricalcando lo stesso identico comportamento superficiale che ha portato Henri alla morte.
Poche pagine più avanti, quando, nel covo dei Mogadorian Sam gli chiede di liberare i prigionieri umani torturati dagli alieni cattivi, tra cui forse si trova lo stesso padre di Sam, lui risponde che è troppo rischioso e non hanno tempo. Ah beh, coerenza questa sconosciuta.
Non esita ad anteporre l'azione di recupero del suo scrigno (scatola contenente oggetti utili provenienti da Lorien) all'azione di salvataggio di Marina, e lascia tranquillamente che Sei vada da sola in Spagna (dopo che Sei gli ha salvato la vita almeno tre volte).
Durante il recupero, come detto, abbandona gli umani al suo destino, ma pensa che forse Sei potrà escogitare un piano per salvarli. Perché tanto lui che ci sta a fare? Deve essere sempre Sei a togliergli le castagne dal fuoco.
 E per finire, ciliegina sulla torta, abbandona Sam nel covo dei Mogadorian. Giusto perché era il suo migliore amico e aveva lasciato tutto per seguirlo.
 
Se poi è vero che un buon protagonista necessita di un buon antagonista per brillare, qua possiamo chiudere tutto e andare a casa.
I Mogadorian sono pessimi cattivi. Non pensano, non hanno individualità come personaggi, sono un'accozzaglia di "carne da macello" e soprattutto sono tonti. Non riesco a darmi un'altra spiegazione. Questa è una razza di alieni che viaggiano nello spazio, che hanno costruito astronavi e armi ad antimateria, ma poi sulla Terra, per non farsi riconoscere, girano con gli impermeabili neri, i baffoni finti (giuro, è vero) e gli occhiali da sole anche di notte. Annamo bene.
I Garde li individuano da lontano un chilometro. Chiediamoci perché.
Io me li vedo i Mogadorian mentre ridacchiano davanti allo specchio applicandosi un bel paio di mustacchi finti, beandosi della loro superiorità intellettuale, e con in tasca un paio di candelotti di dinamite.
Colgono sempre i nostri eroi (?) di sorpresa ma poi boh, se li lasciano scappare perché non riescono a resistere alla tentazione di fare casino con una bella esplosione (uccidessero mai qualcuno dei loro obiettivi con queste esplosioni, eh).
Trovo fastidioso poi che riescano sempre a piombare sui protagonisti al momento opportuno, ma sempre senza che il lettore abbia uno straccio di indizio su come fanno. Chissà, forse in futuro il mistero ci sarà svelato, ma dopo due libri mi sarei aspettata un indizio, un "ma come avranno fatto a trovarci" buttato lì da qualcuno. Invece no.
La cosa appare evidente specialmente se consideriamo Marina: una decina di anni spesi in convento senza usare i poteri, senza aprire lo scrigno Lorien, senza fare nulla di nulla, e i Mogadorian la trovano, nel momento in cui la trama devo cominciare a correre verso il finale. Come? Boh.

Leggerò il seguito? A dire il vero vorrei, vorrei proprio vedere fin dove ci si può spingere nel rovinare una bella idea di partenza, ma la vita è troppo breve, e là fuori ci sono tanti libri belli.
Voto: 4

 

2 commenti:

  1. Sei proprio masochista, sì. Non leggere il seguito...tanto lo sai..boom! arriveranno i Mogadorian per far saltare in aria tutto.
    Le tue recensioni sono veramente spassose.
    un saluto da lea

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    1. No ma quasi quasi lo leggo... secondo me i boom!! Sono come i bollini del'esselunga, quando arrivo a ventordici vinco un premio...

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