venerdì 14 gennaio 2011

I diari delle streghe... (parte prima)

...di Lisa Jane Smith.

Una premessa: I diari delle streghe è una saga composta da 4 romanzi (L'iniziazione, La prigioniera, La fuga, Il Potere), che io ho avuto la fortuna (...ehm...) di comprare e leggere in un unico volume. Certo che vendere i romanzi separatamente, al prezzo corrente di un libro, è una cosa veramente esagerata: i quattro capitoli della saga in totale superano di poco le 500 pagine. Oltretutto, non ne vale la pena nemmeno al prezzo scontatissimo a cui ho acquistato il mio volume, figuriamoci a prezzo pieno!
Comunque, trattandosi di 4 romanzi, seppur brevi, ho preferito spezzare la recensione in due parti (o forse tre, ancora non lo so), altrimenti sareste invecchiati a leggerla tutta in una volta, e la cosa non mi pareva carina.

Leggendo questo libro, ho fatto una scoperta sensazionale: adesso so dove Stephanie Meyer ha preso l'ispirazione per scrivere Twilight e compagnia bella.
Ok, la parola adatta non è propriamente ispirazione, ma se scrivessi davvero quello che penso al riguardo, rischierei una querela da parte dei legali della Meyer.
E se per caso mi sbaglio, e la Meyer non si è...ehm...ispirata all'opera di Lisa Jane Smith, le consiglio di prendere carta e penna e di scriverle immediatamente! Potrebbe essere l'inizio di una grande e solida amicizia!
Le due autrici infatti condividono la stessa identica visione del mondo. Nel loro universo, per essere delle eroine bisogna essere carine (ma senza rendersene conto), deboli, tristi, in attesa di un uomo che ti salvi, non bisogna mai prendere iniziative...insomma, in una parola: irrimediabilmente amebe!
La protagonista dei Diari, Cassie Blake, 16 anni, è fondamentalmente un essere umano inutile. Irritante oltre ogni dire, piagnucolosa e sempre sull'orlo della depressione, non prende un'iniziativa nemmeno a minacciarla di morte.
Il romanzo inizia con la protagonista in vacanza a Cape Cod, in compagnia di una ragazza, Portia, che è, se possibile, ancora più irritante di lei. Portia è snob, classista, petulante, saccente, non sta un attimo zitta e comanda tutti a bacchetta.  Dopo 4 righi, avevo già voglia di strappare le pagine in cui le compariva e mangiarle. Cassie non la sopporta (e non è la sola!), ma per ragioni che ci sono ignote, resta con lei, non la contraddice mai e fa tutto quello che lei dice. Salvo poi lamentarsi esclusivamente nella sua testa di quanto sia antipatica Portia...mollarla no, eh?
No.
Sicchè, quando sulla spiaggia arriva uno splendido ragazzo dagli occhi magnetici, e Portia ordina di ignorarlo in quanto di un ceto sociale inferiore, Cassie lo fa senza ribellarsi. Il massimo della sua reazione è pensare che non era affatto un comportamento giusto. Quando si dice avere carattere, eh?
Per vedere un minimo di vita nel personaggio, dobbiamo aspettare che i fratelli di Portia inseguano il suddetto ragazzo armati di fucile perchè Cassie  trovi il coraggio di mandarli fuori strada e proteggere così lo sconosciuto nascosto poco lontano.
Naturalmente ciò accade perchè Cassie si è innamorata all'istante del misterioso ragazzo dagli occhi magnetici (sì, lo so che l'ho gia detta 'sta cosa degli occhi magnetici, ma mi sto solo adeguando allo stile della Smith - vi chiarirò il concetto in seguito).
Ricapitoliamo: in 20 pagine, la Smith è riuscita a farmi fare pensiere omicidi su un personaggio secondario, a farmi odiare  la protagonista, e a farmi sbellicare di risate quando in piena estate i fratelli di Portia inseguono il ragazzo misterioso e dagli occhi magnetici nascondendo i fucili la giacca a vento. Ehm...sì, già, per la serie 101 modi per inseguire qualcuno con intenti omicidi e passare inosservati.

Le premesse non sono buone, vero?
Comunque, andiamo avanti. Quando finalmente la vacanza si avvicina al termine e Cassie pregusta il ritorno a casa, la madre le annuncia che non torneranno a casa loro in California, ma si trasferiranno in un paesino poco distante, New Salem (sì, quando si dice l'originalità...), dove vive la misteriosa nonna di Cassie. Quindi Cassie sta per trasferirsi dall'assolata California al piovoso New England, e se la cosa non vi suggerisce nulla, allora non avete letto Twilight. Buon per voi!
Naturalmente, come qualunque sedicenne normale (notate la graffiante ironia delle mie parole), Cassie non accenna la benchè minima reazione alla decisione che senza alcun preavviso le sconvolge la vita. Resta zitta e muta, sull'orlo delle lacrime, senza chiedere spiegazioni.
Quando finalmente giungono  a New Salem, però, Cassie ha un moto di ribellione. La madre scende dall'auto e comincia a scaricare i bagagli, e lei...udite udite...resta con il muso in macchina per qualcosa come 5 minuti scarsi.
Poi entra e basta. Stop, fine dei segnali di vita dal pianeta Cassie.

Città nuova significa anche scuola nuova, dove, appena arrivata, Cassie viene trovata carina e interessante dal capitano delle squadra di football, il quale cerca di flirtare con lei fino a che una delle ragazze più popolari della scuola, Faye, non si avvicina a lui e le sussurra che anche Cassie abita in Crowhaven Road. Lui subito la molla e si allontana spaventato. Ma non è il solo mistero che Cassie trova sulla sua strada. Sembra che nella nuova scuola esista un gruppo di ragazzi popolari, detto il Club, di cui Faye fa parte, che fanno il bello e il cattivo tempo a scuola, che godono di privilegi e a cui nessuno, professori e studenti, osa rifiutare nulla.
Per ragioni che ci sono ignote, Faye prende in antipatia Cassie (perchè poi, visto che Cassie non fa nulla di più del camminare e respirare?) e comincia a renderle la vita impossibile.
Potreste pensare che Cassie in qualche modo si ribelli a tutto ciò, e invece no, non accenna reazioni di nessun tipo, a parte un mezzo tentativo di riferire al preside, che però la ignora, quanto sta accadendo.
Cassie va avanti così, piagnucolando quando è sola, senza fare alcunchè, a parte desiderare ardentemente l'amicizia di Diana, un'altra delle ragazze del Club, che però è tutto l'opposto di Faye: è biondissima, buonissima, bellissima, amatissima, elegatissima, popolarissima, [...inserire qui altri superlativi a caso ...].
Nessun superlativo sarà mai troppo per Diana, durante il corso del romanzo.
Naturalmente Cassie non fa nulla per avvicinare Diana, a parte spiarla dalla finestra. C'è una parola per questo comportamento, ed è stalking.
Le cose non cambiano fino a che Diana non decide di "adottare" Cassie come mascotte del Club. Insomma, Diana la prende sotto la sua ala protettrice, e da quel momento in poi le cose migliorano, senza che Cassie abbia fatto nulla.
Così Cassie comincia a conoscere i ragazzi popolari della scuola che fanno parte del Club: oltre a Faye e Diana, ne fanno parte Suzan, Deborah, Kori, Nick, i gemelli Doug e Chris, Sean, Laurel, Melanie e il misterioso fidanzatino di Diana. Questi ragazzi, più che personaggi, sono sagome di cartone.
Per la Smith, per descrivere un personaggio basta ripetere fino alla sfinimento di che colore ha i capelli e gli occhi (e non sto scherzando o esagerando: ogni santa volta che qualcuno entra in scena, la Smith ci ricorda di che colore ha gli occhi e i capelli!). Va da sè che mai e poi mai si tratta di occhi normali: gli occhi sono sempre misteriosi, magnetici, brillanti, con sguardi strani, etc. etc. Sempre. Ogni volta.
Per dare spessore a un personaggio, invece, se si tratta di una ragazza, basta farle scuotere la splendida capigliatura; se è un ragazzo basta fargli fare un ghigno.
Facile, no? Prendano nota tutti gli aspiranti scrittori: è così che si da vità ad un personaggio!!
Ogni tanto l'autrice fa uno sforzo e appiccica un aggettivo a caso a uno dei nomi (per esempio, Laurel è quella seriosa) ma al di là di questo non c'è nessuna differenza nel modo di agire e parlare dei ragazzi, sono più o meno tutti uguali. Loro non sono...che so...intelligenti, studiosi, leali, eccetera perchè si comportano in maniera da apparire intelligenti, studiosi, leali; lo sono semplicemente perchè la Smith ce lo dice, ma dobbiamo crederle sulla parola, visto che non ce lo mostra mai, al di là di qualche misero tentativo superficiale.
Ad esempio, i gemelli Chris e Doug sono scavezzacollo così, per definizione, perchè vanno in skate nei corridoi della scuola. Uao! Che ribelli!
Ma al di là di questa patina superficiale, i gemelli non si comportano da adolescenti problematici, non fanno mai nulla di veramente aticonformista, che rompe gli schemi.

E a proposito di aggettivi, ho notato che la Smith ha un grande amore per la parola "strano": ad un certo punto ho cominciato anche a contare quante volte compariva nel romanzo, ma dopo averne contati 10 da pagina 189 a pagina 197, ho lasciato perdere.

Vabbè, si diceva che Cassie è la mascotte del Club: non è veramente una di loro, ma le permettono di scondinzolare intorno a loro, ma quando devono parlare di cose davvero importanti, la invitano ad allontanarsi. Una posizione davvero invidiabile, non c'è che dire.
Una brutta mattina, però, Kori viene ritrovata a scuola con il collo spezzato; sembrerebbe un incidente, ma qualcosa di sinistro aleggia nell'aria.
Quella stessa notte, Cassie viene rapita dal suo letto dai membri del Club, e portata in un luogo segreto e praticamente costretta a prendere parte ad un rito di iniziazione. Finalmente Cassie scopre la veirtà: i ragazzi del Club sono streghe e stregoni, e anche lei lo è, essendo originaria di Crowhaven Road.
Ora, come tutti sanno, un circolo di streghe deve essere composto da dodici membri, e siccome Kori è morta, al gruppo serve Cassie per completare il cerchio. E sì che il corpo della povera ragazza è ancora caldo! E sì che nel gruppo ci sono i suoi fratelli (i gemelli Chris e Doug), che evidentemente sono molto affranti dalla sua morte. Evidentemente il dolore per la perdita, l'elaborazione del lutto e lo shock in seguito a eventi traumatici devono essere passati di moda mentre leggevo.
Riprendendo l'esempio fatto prima, i gemelli sono i fratelli di Kori, ma il loro dolore è una patina superficiale: i ragazzi dicono di essere distrutti, ma non agiscono mai come se lo fossero. Mi sarei aspettata qualcosa di più, da due sopposti "ribelli" che partecipare all'iniziazione della strega che prenderà il posto della loro sorella morta.
Sono arrabbiati, meditano vendetta, azioni clamorose, eccetera, ma ne parlano ma non agiscono mai.
La caratterizzazione di un personaggio dovrebbe andare oltre qualche azione superficiale e qualche frase di circostanza ogni tanto.

Comunque, tornando a Cassie, ha appena scoperto, in maniera traumatica, di essere una strega. Riuscirà ad avere una reazione credibile? O meglio, riuscirà ad avere una qualunque reazione?
Lo scopriremo nella prossima puntata!

4 commenti:

  1. mi sto scompisciando! e per la cronaca sto ascoltando la versione spagnola di twilight alla radio messicana. ma non mi dire come continua, ok, sennò ci perdo il gusto (in italiano non l'ho ancora letto, un vizio il mio!)
    elisabetta

    RispondiElimina
  2. Che forte la tua recensione!!! Ora so sicuramente che libri NON comprerò prossimamente!! Certo che qualche merito va anche al traduttore.... !

    RispondiElimina
  3. Lisse ho scoperto adesso il tuo blog tramite Asi ma vedo che condividi anche la mia passione per la lettura, certamente con una marcia in piu': le tue recensioni sono da urlo e spassosissime, complimenti!!!! Condivido quelle su Zafon (anch'io non ho ben capito il gioco dell'angelo ma mi vergognavo un po' a dirlo e amo l'ombra del vento...mi è anche piaciuto marina), ma sono una Twilight fan che mi è piaciuto tanto, nonostante le luuuuuunghe riflessioni presenti ovunque! Scusate la lunga intrusione e buona domenica!!! ;-)))

    RispondiElimina
  4. @Cristina: sì, penso anche io che il traduttore abbia una parte di responsabilità!

    @Simo: ma che intrusione, anzi, grazie per essere passata di qui! Io purtroppo non posso farci niente, ma Twilight non lo digerisco, principalmente perchè secondo me i vampiri di Twilight non sono veri vampiri e io sono una fanatica in materia! :) Vabbè, ognuno ha le sue fissazioni, io ho questa qui!

    RispondiElimina