venerdì 20 novembre 2009

La chiave dell'alchimista...

... di Cristina Brambilla.

Ultimamente ho parlato quasi sempre di libri che non mi erano piaciuti.
Oggi, per una volta, vorrei recensire un libro che merita la sufficienza.

La chiave dell'Alchimista è un romanzo breve (circa 200 pagine scritte in caratteri molto grandi) di genere fantastico, il cui target sono i bambini/ragazzi (diciamo 10-14 anni, secondo me). Questo non vuol dire che un adulto non possa apprezzarlo.
Si è rivelato, infatti, una lettura piacevole e scorrevole anche per me.

Protagonista è Lucilla, una ragazzina di 13 anni, il cui padre decide improvvisamente di trasferirsi a Venezia.
Qui, l'uomo scomparirà misteriosamente, e Lucilla conoscerà una creatura fantastica, una gargoyle che le svelerà molti segreti riguardanti suo padre, che non è esattamente quello che sembra. Lucilla scoprirà che la magia e l'alchimia sono vere e reali, e giocheranno un ruolo determinante nella vicenda in cui si trova, suo malgrado, coinvolta.

La narrazione è svolta in parte in terza persona, dal punto di vista di Lucilla, in parte in prima persona, dal punto di vista della gargoyle (e sono le parti più godibili, secondo me). Scelta interessante, ma il cambio di punto di vista tra la ragazzina e la creatura a volte è così brusco da risultare fastidioso per il lettore.

Lo stile della Brambilla è semplice, ma non sciatto (anche se incredibilmente per ben due volte nel libro viene affermato che Nabucodonosor  deportò gli Ebrei a Babele, anzichè a Babilonia, e per bocca di personaggi che, vista la loro cultura, dovrebbero sapere queste cose - vedi nota 1).

La trama è semplice e lineare e non ha grossi scossoni: Lucilla deve infatti dipanare i fili di una matassa che non è esattamente ingarbugliatissima. Alcuni accadimenti possono essere indovinati facilmente, (ad esempio io avevo indovinato a pag. 10 il mistero misterioso che riguarda i vicini ebrei di Lucilla), ma il succedersi degli eventi ha comunque un suo ritmo e un suo perchè. La storia ha logica e coerenza (pur non essendo esente da un paio di ingenuità di cui dirò in seguito), ed anche qualche spunto interessante (ad esempio, l'apparizione nella soffitta della casa di Lucilla, la cui identità verrà svelata nel finale, che ci regala anche una piccola sorpresa).

Compare nel libro anche qualche nozione di alchimia spicciola, per così dire. Mi rendo conto che questo argomento non viene assolutamente approfondito o trattato in maniera esaustiva come potrebbero fare altri libri fantasy diretti ad un pubblico più maturo, e ciò potrebbe deludere il lettore adulto, ma aggiungo comunque questi elementi danno un po' di "pepe" al racconto.

Il finale non è niente male, anzi, mi ha piacevolmente colpito. C'è qualche concessione all'horror, che sebbene non mi abbia spaventato, di sicuro può dare qualche brivido ai più giovani. E soprattutto, il finale di questo romanzo ha il coraggio non essere buonista a tutti i costi e di non essere per forza lieto.

I personaggi sono credibili, anche se non tratteggiati molto profondamente. Il padre di Lucilla è poco più di una comparsa nel romanzo, ma è circondato da un alone di ambiguità (non so se voluto o meno, a dire il vero) che aggiunge un che di originale al romanzo. Insomma, non è proprio il classico padre amorevole, e questa scelta non lo appiattisce, anzi.
Lucilla è una ragazzina sveglia, tormentata dal ricordo della madre che giace in coma in un letto d'ospedale; è sola, introversa e un tantino cinica.
La gargoyle, scontrosa, egoista ma capace di evolversi nel corso della storia, è diventata il mio mito dopo aver soprannominato Lucilla Astutilla; aggiunge un tocco di ironia alla storia che non guasta.

Dicevo più su che ci sono alcune ingenuità nella trama.
Ad esempio, ad un certo punto Lucilla ha bisogno di qualcuno che si introduca in un appartamento per rubare una certa cosa di cui ha bisogno per svelare il mistero. La scelta cade su Dimitri, un ragazzino che borseggia i turisti e che Lucilla ha notato il giorno del suo arrivo a Venezia.
La ragazza lo contatta e mentre discutono di quel che andrebbe fatto, Lucilla - la ragazzina scontrosa, tormentata, cinica, etc. - improvvisamente cambia davanti agli occhi del lettore; pensa a quel cassetto strapieno di bigliettini di San Valentino che i ragazzi le mandano sempre perchè stravedono per lei (cosa mai citata prima nel romanzo, anzi, dalle descrizioni, sembra che Lucilla sia una ragazzina molto sola); comincia non a parlare, ma proprio a pensare usando il gergo dei suoi coetanei (anche qui, cosa che non ha mai fatto prima) e quasi quasi fa la svenevole con Dimitri.
Ecco, ci può anche stare che Lucilla si comporti diversamente davanti a un suo coetaneo maschio, ma quello che ho trovato stonato è che in quella scena del primo dialogo fra i due, non è il comportamento di Lucilla che cambia, ma proprio il suo modo di pensare e di vedere. Per un momento  - per la durata di quella discussione - sembra un personaggio diverso, incoerente con quanto descrittoci fino a lì.
Fortunatamente questo straniamento dura solo qualche pagina.

Altra piccola nota stonata, l'antagonista di Lucilla (non vi svelerò chi è, naturalmente): diciamo che le sue motivazioni sono interessanti, ma il suo piano d'azione non è proprio a prova di bomba.
E' anche vero che messi sotto la lente d'ingrandimento, molti astutissimi piani dei cattivi dei romanzi non reggerebbero: io sono ancora qui a chiedermi perchè, ne Il calice di fuoco, Voldemort, una volta piazzato un suo uomo all'interno di Howgarts, non gli abbia semplicemente ordinato di attirare Harry fuori dalla scuola e fargli toccare una maledetta passaporta, invece di imbastire quel macchinoso piano che coinvolgeva il Torneo TreMaghi. Vabbè.

E per concludere, il finale, pur nella sua complessiva validità, avrebbe meritato, a parer mio, un po' più di spazio.

In ogni caso, questi appunti negativi non sono così gravi da rovinare la lettura del libro, che resta interessante, piacevole e divertente. Se decidete di leggerlo, ricordate che è molto evidente che il target di questo romanzo sono i giovanissimi. Certo, anche Harry Potter era diretto a un pubblico di adolescenti, eppure nella lettura raramente me ne rendevo conto.
Qui non è così; ed è bene che sia chiaro che c'è una bella differenza fra una lettura piacevole e una che lascia il segno. Secondo il mio metro di valutazione, i vari Harry Potter appartengono alla seconda categoria, La chiave dell'alchimista alla prima.


Nota 1: Per la cronaca, la mitica Torre di Babele, secondo gli archeologi, può essere fatta coincidere con la ziqqurat costruita dal sovrano babilonese Nabucodonosor I, della seconda dinastia Isin, che regnò dal 1127 a.C. al 1105 a. C. circa, mentre la deportazione degli Ebrei dopo la distruzione del Tempio di Gerusalemme (cui si accenna nel libro) fu opera di Nabucodonosor II, che regnò dal 604 al 562 a.C.

1 commento:

  1. Ciao :D Sono capitata per caso sul tuo blog, e devo dire che sono paicevolmente stupita... è davvero ben fatto e curatissimo!
    Anche io provo a fare qualcosa del genere, recensire quello che leggo... non sono brava quanto te, ma provo a migliorare XD

    Complimenti! Penso che inizierò a seguire questo blog :)

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