lunedì 18 febbraio 2008

A occhi chiusi...

di Gianrico Carofiglio.


Prima di iniziare, voglio dedicare questo post ad una ragazza, Alessia, che ho conosciuto in rete, e di cui mi ha colpito il genuino idealismo, il senso di giustizia, la voglia di costruire....in un mondo sempre più cinico e disincantato, le sue parole mi hanno impressionato molto! Alessia, leggi questo libro...anche se ci siamo scambiate solo due mail, il personaggio mi ha ricordato un po' te...magari leggilo e fammi sapere che ne pensi :)


Gianrico Carofiglio è un magistrato e scrive di quello che conosce meglio: la realtà giudiziaria italiana. Lo fa con un tono pacato, con un linguaggio semplice ma accattivante, raccontando con estrema tranquillità un caso che per quanto immaginario, potrebbe essere tratto dalla cronaca giudiziaria di un qualunque giornale.
Il libro si potrebbe definire un legal thriller se non fosse proprio per questo andamento lento (ma mai noioso) che rifugge dai colpi di scena a tutti i costi (anche se riesce a regalarci, sul finale, un paio di interessanti sorprese narrative).
Il suo personaggio è perfettamente inserito in questo contesto. E' un avvocato 40enne, realizzato ma comunque inquieto, riflessivo, che si muove con dolente malinconia nel palcoscenico dell'ambiente giudiziario, uno che ha la sensazione, a volte, di recitare un copione già scritto e immutabile, ma che non si rassegna all suo ruolo, sa che forse non può cambiare le cose ma non di meno ci prova, ci prova con tutte le sue forze.
Uno che si interroga sul perchè delle cose, sulle conseguenze e sulle motivazioni.
L'Avv. Guerreri si fa amare per questo, perchè è umano, tanto umano. E perchè non ha nulla degli stereotipi che si attribuiscono ad un avvocato: ha un'etica e una coscienza, ha sensibilità e onestà. E un simpatico senso dell'umorismo.
Insomma, uno che vorresti incontrare sulla tua strada.
L'avvocato si imbatte, durante il suo lavoro, in una donna perseguitata dall'ex compagno violento, che lei ha lasciato dopo l'ennesimo abuso.
L'uomo, figlio di un notabile locale, tenta di farla passare per pazza visionaria, forte delle protezioni a diversi livelli che può vantare.
Un caso quasi disperato, rifiutato da due avvocati prima che il nostro eroe decida di occuparsene.
L'avv. Guerreri, invece, non ci pensa su due volte, e accetta di difendere la donna che si costituirà parte civile nel processo penale contro il compagno violento.
La storia si snoda attorno alle alterne vicende del processo, fino ad un epilogo molto sentito e imprevisto, di cui non vi svelerò nulla per non rovinarvi il gusto di leggere il romanzo.
Carofiglio scrive di un tema attuale, delicato e crudo, quale quello della violenza sulle donne ad opera di mariti/compagni/fidanzati.
E lo fa con una sensibilità ed una comprensione delle vicende e dei sentimenti che non credevo possibile trovare in un uomo.
Interessante, realistica e molto veritiera (ve lo posso assicurare) la descrizione dello svolgimento del processo, degli adempimenti e degli intoppi burocratici. Deliziosa l'ironia con cui l'Avv. Guerreri affronta tutto.
(Un esempio? Guerreri parla di un collega non proprio brillante: "Essere degli idioti non è mica obbligatorio per fare l'avvocato. Non ancora, almeno."
E di se stesso:
"Arrivato a 40 anni, avevo conservato l'abitudine di indossare un abito grigio quando andavo in trasferta. Perchè fosse chiaro, dove non mi conoscevano, che ero effettivamente un avvocato. Concetto sul quale io stesso conservavo qualche dubbio.")
Tra le righe del suo romanzo c'è anche la denuncia degli scarsi, scarsissimi strumenti che le legge mette a disposizione delle vittime per difendersi da persecuzioni che sono gravi, pesanti e rovinano la vita della vittima, ma difficilmente possono essere considerati - sulla base dell'attuale codice penale - reati tanto gravi da meritare il carcere.
Rimane un po' sullo sfondo Martina, la vittima, un personaggio silenzioso e quasi rassegnato al peggio.
Duetta invece con l'avvocato Claudia, la suora della casa - rifugio per donne in difficoltà, che spinge Martina a chiedere giustizia e si batte come una leonessa perchè possa ottenerla.
E' chiaramente una scelta narrativa di Carofiglio, quella di portare in primo piano chi sceglie di lottare per aiutare gli altri.
Ecco il volto della disastrata realtà giudiziaria italiana che vuole mostrarci: quello delle persone e degli operatori (avvocati, magistrati, forze dell'ordine e volontari) che nonostante i problemi non gettano mai la spugna. Quelli che non si trincerano dietro il "fan tutti così" oppure dietro il "non funziona niente".
Quelli che credono in quello che fanno, e che lottano per quello in cui credono.


In conclusione: avvincente come un legal thriller, profondo come una storia vera.
Consigliato.

4 commenti:

  1. lisse sono emozionata e anche un po commossa!
    grazie per aver pensato a me, grazie per le parole bellissime, grazie per il consiglio. lo leggerò subito!!!!!

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  2. Guerreri è il tuo alter ego maschile? :-)

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