venerdì 25 gennaio 2008

Maruzza Musumeci...

...ovvero una favola targata Camilleri.

Andrea Camilleri definisce questo breve romanza semplicemente una favola che ha voluto raccontarsi (e raccontarci). Effettivamente la definizione calza perfettamente, ma certo, parlando di Camilleri, non possiamo aspettarci che sia tutto qui.

Maruzza Musumeci inizia come una novella verista, raccontandoci le vicende di Gnazio, povero bracciante abbandonato dal padre in tenera età, che emigra in America alla ricerca di un futuro migliore.
In America Gnazio svolge lavori pericolosi, si trova suo malgrado invischiato in una brutta storia, ha perfino un incidente che avrebbe potuto costargli la vita, ma finalmente la fortuna gli sorride e riesce a tornare a Vigata con un gruzzoletto da parte.
Compra un bel podere che affaccia sul mare, si costruisce una casa e lavora felice, ma sente che gli manca qualcosa: una moglie.
Una sensale di matrimoni gli propone Maruzza, bella, bellissima, sensuale ma anche un po' strana. Maruzza infatti crede di essere una creatura del mare, una sirena.
Una donna di quel genere proposta in sposa proprio a Gnazio, uno coi piedi pin piantati per terra e la testa sulle spalle, uno che il mare non lo può soffrire!
Eppure i due si incontrano, e contro ogni previsione si attraggono, si sposano e....l'irreale irrompe nella novella.
Discreto e misterioso, arriva l'insondabile, il soprannaturale. E la realtà si trasforma per Gnazio, e il racconto cambia colore anche per noi, quasi senza che ce ne accorgiamo.

La storia si regge sull'equilibrio di elementi in netto contrasto tra loro: la fortuna e la sfortuna, la realtà ed il mito, l'amore e la sofferenza, la vita e la morte, la scienza e la magia, il sogno e la verità, la dolcezza e l'amarezza.
Ogni elemento porta il suo esatto contrario a braccetto...come nella vita vera, no?
E l'equilibrio non viene meno nemmeno alla conclusione della storia.
Un conclusione che arriva quando la trama sembrava avviata su solidi binari traquilli, e che riporta la dura realtà all'interno del romanzo.
Un finale struggente e malinconico, che si sarebbe potuto definire addirittura tragico, se non fosse stato per quel tocco di magia che Camileri ha instillato nelle ultimissime pagine...come a dirci che finchè lasciamo aperta una porta nella nostra mente e nella nostra anima, fino a che non smettiamo di credere e di meravigliarici, fino a che lasciamo che un pizzico di quella magia si insinui nelle nostre vite, avremo sempre qualcosa di buono e di bello da sperare per il futuro.

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